In Out Run però il percorso ci dice ancora poco, perlopiù per limiti tecnici. Dovremo aspettare il 1995 e il visionario Wipeout per ottenere un’idea di circuito in grado di abbracciare realmente competitività e esperienzialità videoludica. Gli inglesi Psygnosis (già il nome…), presero le futuristiche corse anti-gravità introdotte dal racing-turboblasto F-Zero, e le proiettarono in un avanguardistico mondo 3d reso possibile dalla prima Playstation. Il design di scuderie, loghi, livree e scritte varie fu affidato allo studio Designers Republic, già autore di gran parte dell’estetica Warp Records. La colonna sonora era invece un tributo ai rave orchestrato da Tim Wright (aka Cold Storage), con contribuiti di Future Sound of London e Chemical Brothers.
Il risultato fu che già dentro al menù di gioco sembrava di stare in un disco degli Autechre. A loro volta, le gare si svolgevano su circuiti da vertigini futuristiche: vi assicuro che per me, che per andare a un rave ero troppo piccolo, i circuiti di Wipeout2097 furono ugualmente formativi, ma lo stesso è valso per tanti altri e.s.p.-gamer del periodo.
Più di tante parole, vi consiglio di surfare tra i circuiti dei primi due Wipeout direttamente dal vostro browser grazie a questo sito: scegliete il percorso, cliccate play sulla musica, e tuttora noterete come i circuiti progettati da Psygnosis fossero innanzitutto pensati per un viaggio all’interno della propria psiche. Tant’è che in WipEout HD, riproposizione del 2008 pensata per l’odierna HD Generation, vi sono modalità in cui sparisce ogni riferimento al reale, alla città e all’immaginario rave. A rimanere sono solo circuiti mentali: