Chirù ha 18 anni, vive a Cagliari e ha un profilo facebook. È un ragazzo pieno di vita, più di quella che ci si aspetterebbe da un personaggio fittizio. Chirù, infatti, è il protagonista del nuovo romanzo di Michela Murgia (Chirù, Einaudi Editore), scrittrice sarda vincitrice del premio Campiello 2010.
Murgia è una narratrice: lo è al punto tale da non riuscire a imprigionare le sue creature all’interno della pagina, permettendo loro di vivere una vita che superi lo spazio del racconto.
Quello che ha fatto è semplicissimo, tanto da chiedersi come mai nessuno ci avesse pensato prima: nelle settimane precedenti l’uscita del romanzo, ha donato una prima vita a Chirù, creandogli un profilo Facebook, un Tumblr e un account Spreaker. Non solo, non bastava: ha ingaggiato i suoi follower/futuri lettori, grazie a quella che potremmo definire una call to action letteraria, seminando oggetti dimenticati dal protagonista per la città, chiedendo di inviare libri che lo consolassero da ferite d’amore e postando continui aggiornamenti sui suoi spostamenti.
Ha rotto insomma un’incomunicabilità, intrinseca nella finzione letteraria, tra personaggi e lettore.
Tanto semplice l’idea, tanto complesse le implicazioni a livello letterario ed editoriale, che ci hanno spinto a contattarla per scambiare quattro chiacchiere riguardo la questione.
Innanzitutto, quando e come è nata l’idea?
“A luglio scorso, il giorno dopo aver consegnato la stesura definitiva del romanzo, non avevo esaurito la spinta narrativa. Sentivo che la voce di Chirù 18enne aveva un respiro proprio, ma che non erano le pagine del romanzo il posto in cui poteva esprimerla. Così ho aperto una pagina Fb e ho iniziato a scrivere dei post come se fosse lui medesimo a muoversi sulla bacheca. Poiché nessuno ne era a conoscenza, è rimasto senza amici fino alla prima settimana di ottobre”.