Quattro container da cargo che si intersecano in uno dei giardini della facoltà di Architettura di Addis Abeba: è l’IceAddis, un laboratorio sperimentale per le start-up innovative. L’Etiopia non è certo la Silicon Valley africana come potrebbe essere il Kenya, ma è uno dei paesi con indici di crescita a due cifre. Gli investimenti governativi sono consistenti: rientro di capitale di emigranti all’estero, joint venture con compagnie cinesi, francesi, inglesi e qualcuna italiana, soprattutto nel campo edilizio, tanto che lo skyline della capitale sta terribilmente cambiando fisionomia. Ci sono molte possibilità di fare business e di aprire nuove aziende, anche se spesso sbattono contro un sistema statale ancora permeato di un certo tipo di socialismo reale ereditato dal regime di Menghistu a cavallo degli anni Settanta e Ottanta.
«Riformare tutta l’economia etiope dalla base, in modo da essere al passo con i mercati globali, questo è lo scopo che ci prefiggiamo», afferma Markos Lemma, co-fondatore di IceAddis. Come? Semplice, dando supporto a nuove start-up innovative e mettendo in contatto imprenditori, sviluppatori software e blogger. L’innovazione e l’originalità sono i due requisiti fondamentali per ricevere assistenza da IceAddis. «Un altro requisito è la reale fattibilità dell’idea. Inoltre deve essere di beneficio per la comunità, o per un elevato numero di cittadini, in questo caso siamo al 100% supportive, altrimenti diamo solo dei piccoli consigli», specifica Markos. E questa è una componente fondamentale che sotto alcuni aspetti va contro le politiche neoliberiste d’inizio secondo millennio.
IceAddis è la motherlab di IceCairo in Egitto e di IceBauhaus in Germania, ma ogni laboratorio è completamente indipendente ed è focalizzato sull’area di interesse che reputa più adatta alla situazione locale. «Ci sono comunicazioni tra i tre Ice, perché adottiamo la stessa filosofia. Nel progetto “Zero World”, ci scambiamo studenti che fanno esperienza in diversi campi o anche sugli stessi prodotti, ma con un approccio completamente diverso rispetto a quello usato negli altri due lab», precisa Frewoiny Mamai, la manager amministrativa e la coordinatrice di IceAddis. La base dei tre Ice è l’idea Open Source, una piattaforma orizzontale per lo scambio di esperienze positive e negative nel campo dello sviluppo e dei progetti. Ogni lab trae beneficio dall’esperienze degli altri. «Anche questo spazio è open, ogni persona può venire e usarlo per studiare, lavorare, buttare giù idee, incontrare gli altri. Organizziamo molti Barcamp, eventi aperti al pubblico in cui gli stessi partecipanti propongono l’oggetto da discutere. Lo scorso anno circa 700 persone hanno partecipato in diverse università etiopi», afferma con una punta di orgoglio Frewoiny. La concezione Ice ha in cantiere di espandersi e di aprire succursali a Gibuti e a Giuba in Sud Sudan.
A livello internazionale IceAddis collabora con Google, Microsoft, Hauwei per lo sviluppo dei loro prodotti, software e app. Ogni tre mesi deve mandare un rapporto in modo da coordinare l’evoluzione dei passi da fare insieme. Si sviluppano app anche per il mercato interno. «IceAddis ha coordinato il team che ha sfornato Macchina Tool, un’applicazione per Android e iPhone, che elimina la maggiorazione del 100% sul prezzo delle auto dovuta alla filiera dei broker. La app mette direttamente in contatto il venditore e l’acquirente finale, con grande risparmio per quest’ultimo». Sulla stessa filosofia altri ingegneri sviluppano app per i contadini per comprare le sementi. Ci sono altri progetti, come quello sull’animazione, per il quale un team di giovani sta sviluppando nuovi cartoni animati in 3D per sopperire l’offerta irrisoria della televisione nazionale. «Appoggiamo anche progetti di costruzioni o di arredamento interno, ma devono essere ecosostenibili. Come l’idea della giovane laureata Lulit di costruire rimorchi di bambù per biciclette (è il mezzo più comune per gli etiopi, ndr) da usare nel business privato. Una volta realizzata ha avuto un largo successo», ci tiene a precisare Markos.
E-learning nelle università etiopi, piani di sviluppo nel settore privato, dal tessile allo zucchero come al caffè, dal supporto informatico alla fornitura di software e training per le aziende, come per lo sviluppo di app per Android e Apple. Questi sono i campi nei quali si concentra maggiormente l’attività di IceAddis, per colmare le lacune governative e la predominante presenza del settore pubblico nell’economia del paese. «Il nostro è un sostegno soprattutto informatico, diamo supporto per store e resource management, database, enterprise resource planning, in modo da poter controllare la linea di produzione dall’inizio alla fine e riuscire a gestire le risorse ancora in magazzino. Seguiamo lo start-up dalla fase embrionale fino a quando l’azienda è ben avviata, rendendo il processo il più efficiente possibile», afferma Markos.
IceAddis è l’anello mancante tra l’università e il mondo imprenditoriale, è il punto di comunicazione tra questi due universi che spesso non si parlano. «IceAddis è un luogo reale dove le persone s’incontrano, discutono dei problemi, di nuove idee che possono essere messe in pratica e aiutare l’economia a crescere». Si scambiano contatti, poi le conversazioni continuano sulla rete o sui social network, abbreviando così le grandi distanze della nazione etiope (quattro volte l’Italia). «Le community si vanno allargando in numero e in diffusione. Prima eravamo solo Google technology developers (Gtg), oggi abbiamo sviluppatori Unix, Linux e Android e altre piattaforme, sono tutte applicazioni facili da commercializzare», continua Markos. Sì, perché per le start-up ottenere un profitto, o almeno non andare in perdita, è un must, altrimenti si genera un circolo vizioso che demoralizza lo starter e l’imprenditore che investe nell’idea.
La realtà finanziaria in Etiopia è complessa e caratterizzata dalla mancanza di infrastrutture. Markos mette in evidenza come sia difficile ottenere un prestito dalle banche e come non esista un sistema di carte di credito diffuso che possa facilitare gli scambi commerciali. La maggior parte degli starter è costretta ad autofinanziarsi, gli investitori privati sono carenti e lo Stato ha poche risorse da investire nel mercato interno senza sponsor stranieri. Molti fanno affari proprio con le amministrazioni statali, le grandi aziende private non hanno dimestichezza con questo tipo di imprenditoria innovativa. Così, contare sul supporto di IceAddis per la messa a punto della propria azienda, è un sostegno importantissimo per i giovani innovatori nel mondo del business e dell’IT. L’Etiopia non brilla per ricchezza e reddito procapite, infatti si attesta al 157° posto secondo la graduatoria di Wikipedia, però, le statistiche Onu lo possono confermare, il paese, come tutta l’Africa, sembra destinato a essere protagonista indiscusso di tutto il XXI secolo e le sfide che porterà, e molti giovani etiopi le stanno coglierndo al volo. Sebbene ci sia da capire quale modello economico l’Africa voglia adottare e se in qualche modo riuscirà a proporre un sistema sdoganato da logiche coloniali e post-coloniali.