Quando comprate un film su Instant video, il servizio di streaming video di Amazon, in realtà non lo state comprando, ma solo affittando a tempo indeterminato. È una distinzione importante se la vostra idea di “acquisto” è pagare una somma per ottenere qualcosa per tutto il tempo che volete. Ma nel mondo dei beni digitali le cose sono più complicate.
Ci sono due differenze tra comprare un contenuto in formato fisico o in formato digitale. Per cominciare, bisogna considerare l’aspetto tecnico. Per garantire l’accesso a un file nel lungo periodo bisogna procurarsene una copia, per esempio scaricando un film invece di guardarlo in streaming da un server di terze parti. La seconda differenza è un po’ più complessa, e ha a che fare con la legge che ha configurato i diritti digitali negli ultimi quindici anni. Per capire la questione, pensate a chi ha deciso di rinunciare ai cd preferendo comprare la musica su iTunes.
“Prima, quando compravi un cd, entravi in possesso del supporto fisico e di una copia autorizzata con cui potevi fare quello che volevi, nel rispetto del diritto d’autore”, dice Dan Hunter, il preside della Swinburne law school. “Per esempio, potevi cederlo a un amico o rivenderlo. Oggi, invece, per i contenuti protetti da copyright – come i giochi o la musica – in genere si vendono le licenze: quindi si ottiene il diritto limitato a fare cose con il contenuto (di solito la possibilità di usarlo su un numero ristretto di dispositivi), ma non puoi rivenderlo o darlo a qualcun altro. Non hai comprato la canzone, ma il diritto ad ascoltarla per un po’ di tempo”.