Una delle ragioni per cui Nintendo sarà sempre considerata una mosca bianca nel panorama del mercato videoludico risiede nell’adattabilità che la casa giapponese ha mostrato in oltre trent’anni di storia. Laddove cicliche crisi aziendali o di sistema hanno portato al ridimensionamento – o addirittura alla scomparsa – di competitor storici come Commodore, Atari o Sega, l’azienda di Kyoto ha invece saputo trasformare i suoi momenti di debolezza in occasioni di rilancio. A partire dagli anni ‘80, in cui il NES da solo risollevò un intero mercato, fino alla conquista dei casual gamers nella seconda metà degli anni Zero con Wii e DS, Nintendo ha trasformato i suoi peggiori momenti nei suoi maggiori successi.
Come già scritto su queste pagine, passati oltre 36 mesi caratterizzati da bilanci in rosso, durante i quali le console Sony e Microsoft hanno doppiato le vendite della WiiU, il presente e l’immediato futuro del colosso giapponese oggi presentano le condizioni ideali per uno di quegli spettacolari ricorsi storici a cui Nintendo ci ha abituati. Le premesse ci sono tutte: da maggio 2015 i forzieri sono tornati a riempirsi; la recente nomina ad amministratore delegato di Tatsumi Kimishima consentirà di portare avanti tanto le politiche legate al mobile gaming, quanto lo sviluppo di una nuova piattaforma, nota per ora come NX; infine, una serie di titoli azzeccati – Bayonetta 2, Super Smash Bros, Splatoon – hanno riportato l’interesse del pubblico sull’attuale ammiraglia della Big N.