Questa sera a Venezia, sarà possibile vedere il film di Stefano Chiantini “Storie sospese”, con un cast di attori tra cui Marco Giallini, Maya Sansa, Alessandro Tiberi. La proiezione, per chi vuole assistere, inizierà alle ore 18.30 al Cinema Astra di Venezia Lido, in accordo con le Giornate degli Autori.
É un film che racconta aspetti di storie di cui tutti dovremmo sapere di più, ma che invece, di fatto, cadono quasi sempre nell’oblio: oltre al lavoro e alla vita dei rocciatori, “in perenne equilibrio tra la scelta della salvaguardia della montagna e una sicurezza economica prospettata dalle grandi opere che aprono “crepe” nelle loro esistenze”, Storie sospese, prodotto da Faso Film e distribuito da Pablo dal 3 settembre, induce a pensare a quali e quante verità, modi di vivere, regole abbia la (vita in) montagna. Qui trovate il link al trailer.
“Storie Sospese” non vuole essere un film sensazionale, non poggia su polemiche distruttive né su effetti speciali ma racconta una storia italiana abbastanza taciuta come quella che ha coinvolto gli abitanti di Ripoli, paesino in provincia di Bologna che, con l’inizio di lavori autostradali, è stato costretto, negli ultimi tempi, a fare a abbandonare ai propri abitanti le loro case natie, a causa di rischi di frane, con il conseguente chock individuale, sociale, ecologico che ne consegue.
Di rimando, il film, anche se non c’è alcun legame, mi ha fatto pensare a chi sulla montagna, per la montagna e dalla montagna ha creato un progetto di lavoro con l’arte contemporanea che, ormai da anni, innesca dinamiche costruttive e positive oserei dire per l’ecosistema e per l’arte stessa. Parlo di Gianluca D’Incà Levis e del suo Dolomiti Contemporanee (DC). Ho avuto occasione di conoscere Gianluca lo scorso anno in un percorso di ricerca per l’Università Ca’ Foscari. La priorità per lui e il suo progetto è fare anziché parlare: il cantiere DC, per capirci, infatti è attualmente in atto con 50 artisti in residenza, in tre siti diversi.