Dalla strage di Lampedusa (900 morti) alla foto straziante del cadavere del piccolo Aylan sulla spiaggia turca, l’emergenza migranti ci ha accompagnati lungo tutto il 2015, e probabilmente lo farà anche in questo nuovo anno. Alla commozione e alla solidarietà, però, si aggiungono anche paure, spesso immotivate o basate su convinzioni non corrispondenti alla realtà.
È proprio per orientarsi all’interno di questa montagna di informazioni, e dunque formare opinioni e coscienze più consapevoli sul fenomeno migratorio, che è nato il progetto «Open migration», un sito lanciato dalla Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (Cild) e sostenuto da Open Society – la fondazione dell’imprenditore George Soros – che attraverso l’utilizzo sapiente di grafici, illustrazioni e dati si prefigge l’obiettivo di realizzare un’informazione semplice e di qualità, e scardinare in questo modo «i pregiudizi e gli stereotipi usati dai media e da talune forze politiche quando viene affrontato il tema dell’immigrazione».
Si parte, così, con un riepilogo degli eventi , di portata epocale, che hanno segnato l’anno appena trascorso. Si ricorda il numero imponente di immigrati arrivati in Europa attraverso il Mediterraneo (956.683, quasi cinque volte in più del 2014, quando furono 216.054), ma si sottolineano anche le conseguenze della nascita della cosiddetta «rotta balcanica», apertasi dopo il collasso delle frontiere tra Grecia, Macedonia e gli altri paesi ex-jugoslavi sotto la pressione di migliaia di profughi in cammino, e che nel corso del 2015 ha conosciuto il passaggio di circa 800mila persone.