Com’è stato il 2015 delle startup secondo il tuo osservatorio?
«E’ stato durissimo. I dati diffusi da Aifi per il primo semestre danno numeri impietosi per il mercato dei venture, l’Italia sta dietro a Portogallo e Grecia. Lo scenario sta migliorando, decisamente. Però complessivamente credo che il 2015 in quanto a investimenti per le startup sarà in linea con il 2014. Il fundraising va benissimo, incrementa anche. Ma investire vuol dire altro».
Quali sono per te le 3 startup che hanno fatto bene nel 2015, e perché?
«Se guardiamo ai round, penso che Moneyfarm sia una cosa importante, un round a due cifre. Di quelle nel mio portfolio sta facendo bene Cortilia, perché hanno aperto nuove città e la crescita è costante e veloce. I ragazzi stanno scalando insomma. A proposito di scalare, a ScaleIT ho visto diverse startup, una poco conosciuta ma che mi ha colpito è MotorK, un marketplace per l’acquisto di automobili. Ne sentiremo parlare. E poi, chiaro che faccio il tifo per quelle del portfolio dpixel: Brandon Ferrari, Sardex, che sta scalando in tutta Italia, e Iubenda, soprattutto Iubenda».
Quindi candideresti Iubenda a “startup dell’anno”?
«Certamente Iubenda. Perché non genera solo privacy policy ma genera soprattutto cash, a differenza di altre startup che ne bruciano. Non solo fattura, non solo ha clienti in tutto in mondo ma fa cash. Come si dice, “cash is king”. E se “cash is king iubenda is king”».