Il Piano Nazionale per la Scuola Digitale presentato dal Ministro Giannini qualche giorno fa è – secondo me -– un piano molto buono. Lo scrivo senza tanti giri di parole. Aggiungo che questo articolo potrebbe anche finire qui, magari ricordando che scrivere un buon piano per l’Italia digitale è difficile (questo documento mi pare una luminosa eccezione in un contesto di solito abbastanza depresso) ma che una cosa sono le parole un’altra la loro messa in opera. Quindi serviranno occhi aperti per la sua effettiva applicazione.
Ma visto che il documento è lungo cento pagine ed è formattato in maniera talmente pop da rendere difficoltosa la lettura a chiunque e non solo ai presbiti come me, aggiungo un paio di considerazioni e un paio di dubbi (uno dei quali molto grosso) sul lavoro prodotto dal Ministero dell’Istruzione.
Intanto si tratta di un documento concreto: la scuola e la tecnologia si prestano moltissimo alle digressioni poetiche sul futuro dei nostri figli mentre qui gli autori sono riusciti per una volta a rimanere con i piedi sul terreno. La scuola riguarda gli studenti, come facciamo a renderla adeguata ai tempi, punto. Bravi non era facile.
La visione che rimane alle spalle del documento è anch’essa molto centrata, la riassumo in poche parole senza grandi difficoltà perché sono le stesse parole che scrivo da anni: Internet consente di modificare le modalità della didattica (come insegniamo la storia, la geografia, la musica, la fisica) ma ci obbliga anche ad assimilarne il linguaggio (quella che noi chiamiamo di solito alfabetizzazione digitale); la scuola digitale si compone di entrambe queste caratteristiche. In quest’ottica ovviamente il primo passo è la connessione a Internet e la presa in carico dell’accesso alla rete come un vero tema di “infrastruttura scolastica”. Il governo Renzi, perso il primo treno sull’inserimento della cablatura delle scuole nel progetto di edilizia scolastica di un anno fa, sale sul secondo dicendo che spetta allo Stato collegare in banda ultralarga tutte le classi (non tutte le scuole, tutte le classi).